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Sistemi di Ricarica

Tutto sulla ricarica dell’Amì

Come posso ricaricare l’Amì a casa?

Citroen ha deciso di offrire l’Amì con il sistema di carica più semplice possibile. E’ infatti possibile caricare l’Amì collegandola a una presa Schuko domestica come fosse un qualsiasi elettrodomestico seguendo però alcune accortezze.

La Citroen limita la corrente assorbita a 8 Ampere, quindi assorbirà circa 1700 Watt (8×220 = 1760W). Per una ricarica completa l’Amì avrà bisogno di assorbire dalla rete circa 5kW. Ci vorranno circa 3 ore e sarà necessario utilizzare una presa che sia in buone condizioni e che non si surriscaldi a causa dell’elevato assorbimento.

Da notare che esistono due tipi di prese Schuko: il cosiddetto “standard tedesco” sopporta una corrente di 16A, mentre lo standard “italiano” ne sopporta 10. Anche se 10 sono sufficienti raccomandiamo di utilizzare una presa da 16°, eventualmente sostituendo quella esistente.

Spina e presa Schuko domestica da usare in interni

Cosa fare se non si dispone di una presa Schuko? È possibile utilizzare un adattatore da tripolare piatta a Schuko?

Dobbiamo premettere che utilizzare un adattatore è sempre un rischio. Potrebbe essere accettabile per un uso temporaneo e saltuario ma non sarà questo l’uso che faremo per la ricarica della nostra Amì. Raccomandiamo quindi di sostituire la vecchia presa per una Schuko da 16A. Volendo si potrà anche installare una presa Schuko intelligente che si collegherà al WiFi di casa e ci permetterà di monitorare e gestire in remoto le ricariche. Per esempio, programmando la ricarica in orari notturni quando i nostri elettrodomestici saranno spenti.

Presa “Smart” Sonoff per esterni

Posso usare una prolunga e/o non estrarre tutto il cavo, come raccomandato dalla Citroen?

Il problema è sempre quello del possibile surriscaldamento e non possiamo dire si o no a priori. Vi rimandiamo all’articolo in cui abbiamo analizzato a fondo il tema: Sistemi di Ricarica, uso di convertitori e prolunghe.

Posso lasciare l’Amì collegata anche dopo che ha finito la ricarica?

Una volta raggiunto il 100%, considerando conclusa la ricarica, l’Amì “stacca” il sistema di ricarica ma continua ad assorbire circa 7W, praticamente quanto una lampadina a LED. Se si dispone di una presa intelligente o di un interruttore magnetotermico collegato alla presa si può staccare del tutto. Inoltre, sarebbe sempre meglio staccare l’energia prima attaccare e staccare la spina dell’Amì, soprattutto se la ricarica si fa all’esterno in un ambiente umido o addirittura sotto la pioggia.

Posso installare un wallbox a casa e usarlo per ricaricare l’Amì?

Come è ormai chiaro, non è necessario avere un Wallbox a casa per ricaricare l’Amì visto che è sufficiente una buiona presa Schuko domestica. Ma se a casa avete un Wallbox che usate per la ricarica di un’auto elettrica o se è stato installato, magari insieme al fotovoltaico e al sistema di accumulo, potrete certamente usarlo per la ricarica dell’Amì utilizzando un adattatore/prolunga da Tipo 2 a Schuko. Dovete però assicurarvi che il Wallbox abbia una presa a cui collegare il cavo/adattatore. Infatti, molte Wallbox hanno un solo cavo con la presa Tipo2 da collegare all’auto. In questo caso non sarebbe possibile utilizzarlo per la ricarica dell’Amì.

Questo tipo di Wallbox possiede un cavo incorporato e non può essere usato per la ricarica dell’Amì
A questo Wallbox può essere collegato un cavo/adattatore per la ricarica dell’Amì
Ricarica condominiale

Abito in un condominio, come posso ricaricare la mia Amì?

Ci sono molte variabili che vanno esaminate prima di potere dare una risposta. Naturalmente se si possiede un box o un posto macchina fisso che abbia un punto di energia legato al vostro contatore non ci dovrebbero essere problemi di sorta. Se, invece, si vuole installare il punto di ricarica in un’area comune destinata a parcheggio, allora è necessario presentare in assemblea condominiale (con delibera di maggioranza secondo il comma 2 dell’art. 1136 C.C.) un progetto dettagliato e differenti preventivi di aziende specializzate per l’installazione.

Il primo passo da fare è chiedere all’amministratore di condominio di convocare un’assemblea, con idoneo ordine del giorno, nella quale i condòmini possano discutere sul punto e capire quanti condomini possono essere interessati ad installare questo nuovo impianto.

L’impianto si configura quasi sicuramente come un’innovazione e, pertanto, deve essere sempre approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza dei partecipanti al condominio e i due terzi del valore dell’edificio.

Questo quorum può essere ridotto alla maggioranza degli intervenuti in assemblea ed almeno la metà del valore dell’edificio, nel caso in cui l’installazione del nuovo impianto collegato alla colonnina di ricarica elettrica per veicoli è abbinato ad un altro impianto in cogenerazione (ad esempio un sistema fotovoltaico con accumulatori di energia).

Un’ulteriore riduzione del quorum, alla maggioranza degli intervenuti in assemblea ed almeno un terzo del valore dell’edificio, è previsto qualora il suddetto intervento sia oggetto di “superbonus 110%” ovviamente come intervento “trainato”.

Fatto questo primo passaggio assembleare, è indispensabile dimensionare i punti di ricarica in rapporto al numero di condòmini, qualora le colonnine si trovino in spazzi comuni ed avere la garanzia che sia data la possibilità a tutti di farne parimenti uso (Art.1102 C.C.).

Per garantire un utilizzo condiviso, le colonnine di ricarica dovranno essere dotate di un sistema che contabilizzi l’energia erogata e permetta una opportuna ripartizione dei consumi.

È possibile ricaricare un’Amì da una colonnina pubblica (Wallbox)?

Bisogna premettere che esistono due tipi di Wallbox: quelli installati in un’area non accessibile al pubblico, quindi privati, e quelli pubblici, installati e operati da gestori e destinati alla ricarica di veicoli elettrici in aree pubbliche.

Per rispondere dettagliatamente dobbiamo prima distinguere fra aspetti tecnico, legali e pratici.

Dal punto di vista tecnico, la prima osservazione è legata al fatto che Citroen ha deciso di scegliere per l’Amì un sistema di ricarica “domestico” davvero semplice: visto che l’unica possibilità di ricarica è in corrente alternata (AC) a 220V monofase, la stessa utilizzata a casa dai nostri elettrodomestici, l’Amì è dotata di una normalissima spina tipo Schuko come quella usata dalle nostre lavatrici o asciugacapelli. Quindi è possibile ricaricare a casa la nostra Amì collegandola a una presa domestica senza bisogno di utilizzare dispositivi particolari come nel caso delle automobili elettriche che sono invece dotate di un tipo di connettore diverso. L’unica accortezza sarà quella di verificare che la presa utilizzata sia dello standard Schuko tedesco che sopporta fino a 16A visto che per la ricarica l’Amì utilizzerà circa 1600-1700W per diverse ore. Una presa non adeguata potrebbe surriscaldarsi. Anche i cavi elettrici utilizzati dovranno essere dimensionati in maniera adeguata: spesso nei vecchi garage l’impianto elettrico è nato solo per fornire l’energia necessaria per illuminazione o per piccoli attrezzi ma non necessariamente per fornire un volume di energia elevato per diverse ore. È anche importante evitare per quanto sia possibile l’uso di spine multiple, adattatori e prolunghe. Nel caso sia strettamente necessario assicurarsi che sopportino il volume di corrente necessario per la ricarica dell’Amì senza surriscaldarsi. Potete fare riferimento a un articolo in cui abbiamo analizzato a fondo il tema che troverete qui:

Questo è quanto necessario per la ricarica dell’Amì in un ambiente domestico ma possiamo anche ricaricare la nostra Amì in un Wallbox privato, nel caso in cui ne possediamo uno nel nostro garage, o in uno pubblico anche considerando il fatto che l’autonomia limitata dell’Amì lo potrebbe rendere necessario?

Sarà innanzitutto necessario considerare che oggi lo standard utilizzato per la ricarica di auto elettriche richiede del cosiddetto “Tipo 2” o “Mennekes”. Il “Tipo 2” è dotato di un connettore a sette poli che consente il passaggio di una corrente alternata monofase di 70 A, e fino a 63 A in corrente trifase, con una tensione massima di 500 V. potenza di 43 kW. Questi valori sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti dall’Amì e le prese di questo tipo saranno quindi ampiamente sovradimensionate. Sarà però necessario utilizzare un adattatore che permetta di collegare la spina Schuko dell’Amì e la converta a una presa Tipo 2 che si collegherà al Wallbox.

Presa Tipo 2 “Mennekes”

Esistono nel mercato diversi tipi di adattatori, alcuni cinesi di basso costo e altri più sofisticati e costosi. Quale scegliere?

Dal punto di vista tecnico è possibile che siano tutti adeguati, farà la differenza la qualità della manifattura e la garanzia e il supporto offerti dal fabbricante/distributore. Come tutti i prodotti elettrici dovranno disporre di un “Certificato di Conformità” emesso dal fabbricante o da un’azienda specializzata. Il Certificato di conformità dovrà riferirsi specificamente alle norme relative allo STANDARD DI SICUREZZA IEC 62893-3:2017: Cavi di ricarica per veicoli elettrici per voltaggi fino a 600-1000Volt. Non è legalmente possibile utilizzare un dispositivo che non ne sia provvista e sicuramente non è consigliabile.

Si dovrà anche considerare il fatto che la presa Tipo 2 sarà esposta alle intemperie e alla pioggia, dovrà quindi essere garantita dal fabbricante il livello di impermeabilità minimo IP54, meglio se IP64 o 65. La presa non dovrà essere alterata o modificata in nessun modo: inserire un interruttore di qualsiasi tipo invaliderebbe la certificazione e comporterebbe un grosso rischio per l’utente.

Perché in alcuni casi si è pensato di inserire un interruttore sulla presa a sul cavo?

La differenza fra un sistema di ricarica di una vettura elettrica e quello dell’Amì è che le auto elettriche sono in grado di comunicare con il Wallbox ed eventualmente di informare dello stato della ricarica e della batteria. L’Amì non lo può fare perché la sua spina Schuko può solo trasportare l’energia assorbita ma non di comunicare con il Wallbox. In alcuni casi questa mancanza di comunicazione può creare problemi visto che esistono alcune colonnine, pochissime in verità, che richiedono un “handshake”, una comunicazione iniziale, per iniziare la ricarica mentre una volta iniziata la ricarica tutte le colonnine bloccano la presa durante la ricarica. Bloccare la presa durante la ricarica è importante sia per evitare la manomissione o il furto del cavo che per non mantenere esposta la presa mentre la stessa è sotto tensione. È questo il motivo per cui alcuni utenti hanno modificato la presa Tipo 2 aggiungendo un interruttore che permetterebbe di comunicare alla colonnina la fine della ricarica e richiedere lo sblocco della presa. Si deve però notare che qualsiasi modifica fatta alla presa Tipo 2 non è autorizzata dal fabbricante, invaliderebbe la certificazione di conformità ed eliminerebbe l’impermebilità della stessa, esponendo gli utenti al rischio di folgorazione.

In ogni caso è importante che, per ragioni di sicurezza, il cavo lasciato incustodito durante la ricarica non possa essere staccato mentre si ricarica; quindi, non solo la presa Tipo 2 deve rimanere bloccata dalla colonnina ma anche la presa Schuko non deve essere lasciata esposta e incustodita. La soluzione adottata è quella di inserire la spina dell’Amì e la presa Schuko del cavo adattatore all’interno dello spazio dell’Amì usato per riporre il cavo quando non è in uso e di chiudere la portiera. Come già detto, mantenere tutto il cavo dell’Amì in questa posizione porterà a un leggero aumento di temperatura dello stesso durante la ricarica ma da studi effettuati si è verificato che la variazione di temperatura è minima e quindi non rilevante (vedi il nostro articolo su Sistemi di ricarica, uso di convertitori e prolunghe).

Per potere effettuare tale operazione il cavo adattatore dovrà essere sufficientemente lungo e dovremmo quindi escludere tutti quei cavi di lunghezza limitata che lascerebbero la spina e la presa Schuko accessibile durante la ricarica.

E da notare che in alcuni paesi, tra cui l’Italia, è inoltre proibito utilizzare prolunghe e adattatori sul suolo pubblico. È quindi imprescindibile che dall’Amì fuoriesca solo il cavo e la presa Tipo 2 che rimarrà collegata alla colonnina durante la ricarica.

Che tipo di APP è meglio usare per la ricarica da un Wallbox pubblico?

Visto che l’Amì non è in grado di comunicare al Wallbox informazioni sullo stato della batteria e attivare o disattivare la ricarica sarà necessario informare manualmente per potere sbloccare la presa Tipo 2. In teoria è possibile farlo utilizzando il nostro cellulare e un’APP ma in pratica suggeriamo si usi sempre una carta o un token RFiD affinché tale operazione sia sempre fatta “localmente”, sia per attivare la ricarica che per terminarla, e non sia invece legata alla disponibilità di rete o al corretto funzionamento dell’APP. Noi ne abbiamo provato diverse che permettono di ricaricare su colonnine di gestori diversi a tariffe molto convenienti. Abbiamo scelto Nextcharge o Evway. Evway fornisce un comodo token che può essere abbinato al portachiavi e rende innecessario portare con se la tessera, come nel caso delle altre opzioni.

Utilizzando la scheda RFiD o il token si può attivare e disattivare la ricarica solo avvicinandolo alla colonnina e seguendo le istruzioni che appaiono sullo schermo della stessa senza necessità di collegarsi in remoto al sito del gestore utilizzando un APP o un sito Web. Quindi sarà possibile operare anche se intervenissero problemi di connettività.

Token RFID di Evway. Permette la ricarica da colonnine di quasi tutti i gestori

Posso ricaricare dal Wallbox mentre piove?

Le prese e le spine Tipo 2 sono impermeabili e certificate per essere utilizzate anche sotto la pioggia. E’ per questo necessario assicurarsi che non siano in alcun modo manomesse o che presentino rotture o crepe che possano far passare l’acqua all’interno delle stesse. Naturalmente si dovrà procedere con estrema attenzione: assicurarsi di avere le mani ben asciutte ed evitare di collegare la presa al wallbox sotto la pioggia. Una volta collegata la presa Tipo 2 alla colonnina si potrà lasciar ricaricare in sicurezza anche se la stessa si troverà sotto la pioggia. Prestare la stessa attenzione al ritirare la presa. In ogni caso il sistema di sicurezza della colonnina impedirà l’estrazione della presa quando la stessa si trovi in tensione.

Posso usare una colonnina che sia già dotata di cavo e presa Tipo 2?

Purtroppo, no. Questi cavi vanno collegati direttamente alla presa di ricarica delle auto elettriche e anche se sarebbe tecnicamente possibile utilizzare un adattatore ciò sarebbe estremamente rischioso oltre che illegale.

Ricarica da Wallbox e garanzia

Alcuni concessionari Citroen hanno informato i loro clienti che caricare l’Amì a una colonnina pubblica invaliderebbe la garanzia. Ciò è falso, infatti la stessa Citroen vende un adattatore Schuko/Tipo 2 che ha però lo svantaggio di essere costosissimo e di non potere essere utilizzabile in Italia visto che lo stesso rimane esposto al pubblico durante la ricarica e ciò rende, come già detto, illegale il suo uso.

“Il manuale di istruzioni dell’Amì a pag. 21 indica: “Non utilizzare mai il cavo di carica con una prolunga, una presa multipla, un adattatore di conversione o in una presa elettrica danneggiata. Non immergere mai il cavo di carica in acqua. Non tentare mai di spostare il veicolo utilizzando il cavo di carica.

In realtà l’energia erogata dalla colonnina e trasferita all’Amì attraverso il cavo adattatore ha esattamente il voltaggio e l’amperaggio richiesto per la ricarica della vettura. Addirittura, i Wallbox sono ancora più sicuri per la ricarica visto che devono essere dotati di una linea di terra di buona qualità, sicuramente migliore di quella che troviamo nelle nostre prese domestiche.

In conclusione, possiamo affermare che non esistono problemi di sorta per la ricarica delle nostre Amì utilizzando una colonnina di ricarica (Wallbox) pubblico o provato sempre che si utilizzi un cavo adattatore adeguato in condizioni di sicurezza. Affinché ciò succeda si deve:

  1. Utilizzare solo un cavo adattatore di alta qualità e debitamente certificato dal fabbricante
  2. Evitare di usare un cavo o una presa che sia stata manomessa, riparata o modificata
  3. Utilizzare una scheda o un token RFiD per abilitare la ricarica e soprattutto per terminarla e per potere sbloccare la presa Tipo 2 in sicurezza
  4. Durante la ricarica da una Wallbox pubblica riporre sempre la spina e la presa Schuko nell’alloggiamento dell’Amì dove si mantiene normalmente il cavo e chiudere la portiera con chiave se si lascia la vettura incustodita durante la ricarica.

Ecco un adattatore/prolunga che risponde pienamente ai requisiti tecnici e di sicurezza che abbiamo indicato ed è convenientemente disponibile su Amazon: ITSYN Cavo Adattatore Tipo 2 – Shuko da 4 Metri con Borsa per Citroen Amì e Altre

https://www.amazon.it/ITSYN-Cavo-Adattatore-Tipo-Citroen/dp/B09H671YFR

Risorse:

65 risposte su “Tutto sulla ricarica dell’Amì”

Salve, nell’articolo si parla di tanti cavi diversi. Se si riferisce al cavo prolunga/adattatore da Tipo 2 a Schuko, possiamo dirle che noi abbiamo visionato copia della Certificazione che è anche depositata e mantenuta da Amazon. Se ne volesse richiedere una copia le consigliamo di scrivere direttamente al produttore all’indirizzo: amazon@itsyn.com
Siamo sicuri che non avranno inconvenienti a farvela avere.

Buonasera,
Abbiamo contattato l’azienda che produce gli adattatori e ci hanno comunicato che hanno attualmente un grosso lotto in produzione. Sarà nuovamente disponibile fra meno di due settimane

Mi chiamo Lucio provincia Arezzo domanda non capisco o una sitroen ami come faccio ricaricare mia ami come faccio sapere Quale colonnina e giusta per la mia sitroen ami perché ci sono colonnine ricarica veloce per la sitroen ami non va bene .io credo dovrebbero fare delle colonnine ricarica presa di casa si stacca la classica Sina sarebbe più facile senzza portarsi dietro filo lungo adattatore sembra bottiglia birra e ingombrante consiglio tutti mezzi sarebbe utile alle colonnine ci fosse presa elettrica come cuella di casa auto grossa cilindrata o piccole auto come lami ci fosse auto filo ece auto presa domestica aracarle colonnine non so Qualcuno mi a capito l’idea forse fatto po’ casini 😵😵😵😵

Ciao Lucio,
Andiamo per parte:
a) L’Amì assorbe circa 1600-1700W, sia quando si collega nella presa di casa che nelle colonnine pubbliche
b) Se hai un contatore da 3kW devi stare attento a non usare simultaneamente altri elettrodomestici “energivori” per non far “saltare il contatore”.
c) Puoi ricaricare l’Amì solo nelle colonnine in corrente alternata (AC) e non quelle “veloci”, che invece sono in corrente continua (DC)
d) Con tutti i suoi vantaggi, l’Amì non è paragonabile a un’automobile elettrica, quindi si deve avere un po’ di pazienza per i limiti oggettivi che ha

Se faccio collegare dall’:elettricista la presa in garage direttamente al mio contatore, devo far fare una certificazione dell’impianto?

Salve,

Non è necessaria una certificazione dell’impianto ma è opportuno che i lavori siano fatti da un elettricista abilitato per questo tipo di operazioni. Alla fine si tratta solo di installare una semplice presa Schuko che non assorbirà più di 8A.

Saluti e buon’Amì

In realtà il massimo sopportato da una presa Schuko è di 10A ma in ogni caso, qualsiasi sia la potenza della presa, l’Amì assorbirà sempre e solo quello di cui ha bisogno, quindi nessun danno. Pensa che le colonnine pubbliche i CA sono da 22kW ma l’Amì continuerà ad assorbire anche l’ 1,6-1,7kW senza alcun problema.

Bisogna chiarire alcuni punti:
a) La ricarica si effettuerà collegandosi a un contatore condominiale o di proprietà dell’inquilino?
b) Trattandosi di una Amì non parliamo di installare una colonnina ma solo di utilizzare una presa Shucko, giusto?
La normativa si riferisce prevalentemente all’installazione di colonnine (walbox). Ecco alcuni articoli con riferimenti normativi:
https://lupieassociati.com/auto-elettriche-e-ricarica-condominiale-come-ci-si-deve-comportare/
https://www.laleggepertutti.it/672715_ricarica-auto-elettrica-in-box-condominiale-si-puo
https://elettricomagazine.it/emobility/wall-box-in-garage-ricarica-elettrica-cosa-sapere/
https://elettricomagazine.it/emobility/la-ricarica-elettrica-in-condominio/

Io ho un posto scoperto privato a 30 metri da casa mia, ho fatto passare cavi con permesso condominiale per passarli negli spazi comuni e fatto mettere presa stagna nel posto privato. Mi contestano la mancanza di dichiarazione di conformità

Effettivamente è abbastanza normale che richiedano la Dichiarazione di Conformità. Si tratta comunque di una semplice dichiarazione che viene rilasciato dall’azienda o dal tecnico che ha effettuato i lavori.

Buongiorno
Citroen vende un adattatore Schuko/Tipo 2 che ha però lo svantaggio di
essere costosissimo e di non potere essere utilizzabile in Italia visto che lo stesso rimane esposto al pubblico durante la ricarica e ciò rende, come già detto, illegale il suo uso.
DOMANDA
L’adattatore che propone l’articolo ha il vantaggio di costare la metà
1) Ha anche il vantaggio di poter essere utilizzabile in Italia?
2)Ha il vantaggio di NON rimanere esposto al pubblico durante la ricarica ?
3)Usando l’adattatore della Citroen o piuttosto quello del articolo cambia qualcosa in termini di garanzia dalla parte della Citroen?

Grazie

Buongiorno, ecco i nostri commenti:

1) Ha anche il vantaggio di poter essere utilizzabile in Italia?
Si, se come spiegato nell’articolo l’adattatore viene utilizzato inserendo la spina e la presa Schuko all’interno del compartimento dove si ripone normalmente il cavo e si chiude la portiera lasciando uscire solo il cavo e la presa Tipo 2. In tal caso non si lasceranno esposti sul suolo pubblico elementi che possano essere scollegati manualmente e quindi l’uso che se ne fa è perfettamente legale.

2)Ha il vantaggio di NON rimanere esposto al pubblico durante la ricarica ?
Si, come descritto sopra

3)Usando l’adattatore della Citroen o piuttosto quello del articolo cambia qualcosa in termini di garanzia dalla parte della Citroen?
Qualsiasi adattatore venga usato, la vetturetta continuerà ad essere alimentata a 220V in corrente alternata e lei stessa preleverà la quantità di energia necessaria alla ricarica esattamente come succede quando la stessa viene collegata direttamente a una presa Schuko per la ricarica domestica. Non viene quindi fatta alcuna modifica o variazione nell’uso che possa incidere sulla garanzia. Chi dovesse dirle il contrario non conosce le caratteristiche elettriche e il meccanismo di ricarica dell’Amì.

Cordiali saluti

Buongiorno, è possibile modificare l’assorbimento in fase di ricarica, ad esempio 200-500-1000 W in base alle disponibilità di quel momento, magari via app come fanno molte power station portatili, oppure i 1700W sono fissi ? Grazie

Non ci sono indicazioni ufficiali ma noi carichiamo sempre al 100%, spesso più di una volta al giorno. Dopo due anni e quasi 20.000km non abbiamo osservato alcun degrado.

Buonasera,quindi anche se mancano due tacche della batteria posso comunque metterla in carica?Molti dicono che la batteria a lungo andare si rovini.
Grazie
Saluti

Buonasera,
assolutamente si: può ricaricare senza problemi. Con l’Amí è possibile fare quello che si chiama “biberoning”, cioè ricaricare anche poco ogni qualvolta sia possibile.
Se così non fosse, sarebbe davvero difficile gestire l’autonomia limitata della vetturetta.

Se dovessi mettere sulla mia linea un limitatore di potenza per altri motivi , a 1 kW , potrei ricaricare la vettura ugualmente , pur accettando tempi più lunghi ?

Salve. Non abbiamo mai provato a limitare la corrente perché non è una cosa facilissima, quindi non ti possiamo dare una risposta basata sulla nostra esperienza diretta.
Tu come penseresti di fare?

Salve, abbiamo inserito un breve riferimento su dove acquistare un adattatore Scame3A ma effettivamente non abbiamo dato molte spiegazioni in merito. Provvederemo.
Il fatto è che Scame3A è uno standard diffuso praticamente solo in Italia. Effettivamente da noi è ancora possibile trovare colonnine che hanno sia la presa Tipo2 che Scame3A, che è molto spesso inutilizzata, e può risultare conveniente per chi vuole caricare l’Amì anche per il basso costo di acquisto dell’adattatore. Purtroppo tutte le colonnine di nuova generazione hanno invece due prese Tipo2, quindi possiamo aspettarci che le prese Scame3A andranno a sparire.

Buonasera Luigi,
Tecnicamente nulla lo impedisce ma in pratica non risulta conveniente: l’attuale caricabatteria è ottimizzato per le dimensioni della batteria dell’Amì, inoltre esiste un’altro limite dato dal fatto che l’Amì ricarica utilizzando una spina Schuko che tecnicamente non può superare 10A, quindi 2200W. Sarebbe necessario passare a spine industriali per superare tale limite. In conclusione pensiamo che nel caso specifico il gioco non valga la candela per i motivi sopraelencati.

Buon giorno.
Ho una domanda da profano.
Visto che Citroen Ami non comunica con la colonnina pubblica lo stato di ricarica terminata, è possibile che la spina Mennekes Tipo 2 resti bloccata sulla presa della colonnina anche dopo aver concluso correttamente da App o da token la ricarica?
Se si, com’è consigliabile procedere in questi casi?

Mille Grazie.

Salve,
Sia il token che l’APP danno l’opzione di concludere la ricarica e di staccare la spina, quindi in condizioni normali non è un problema. In alcuni, per fortuna rarissimi, casi la presa potrebbe rimanere bloccata per un guasto della colonnina anche durante la ricarica di veicoli elettrici che possono comunicare con la colonnina. In tali casi si deve chiamare il gestore e fornire il codice della colonnine per far si che la colonnina venga sbloccata da remoto.
Sono invece da evitare quelle colonnine gratuite, ormai praticamente estinte, che non hanno un pulsante che permetta di confermare la fine della ricarica e sbloccare la presa. Se dovesse succedere, anche in questo caso si deve richiedere all’operatore di resettare la colonnina per permettere lo sblocco.

Buon pomeriggio, al fine di essere in regola con le normative vigenti e nello specifico circa l’utilizzo di una prolunga: posso collegarla dall’interno dell’abitacolo, in modo tale che non possa essere scollegata, fino all’interno del negozio da dove attingo la corrente? L’unico tratto utilizzato di suolo pubblico sarebbe quello del marciapiede. In attesa di vostre notizie, ringrazio e auguro buon lavoro. Saluti

Salve,
Da un punto di vista strettamente legale non è fattibile. Anche se non sarebbe possibile scollegarla, la legge considera che un cavo elettrico sul marciapiede rappresenterebbe lo stesso un pericolo per i passanti.
Un palliativo potrebbe essere far passare il cavo in una canaletta gommata che rimanga in qualche modo aderente al marciapiede. Non sarebbe lo stesso a norma ma potrebbe essere considerato un compromesso su cui i meno pignoli potrebbero chiudere un occhio.

E se facessi passare il cavo dall’alto, scavalcando il marciapiede e facendo in modo che i passanti non arrivino a toccare il filo?

Diciamo che la soluzione non è del tutto ortodossa e non risolve del tutto gli aspetti legali, ma è senz’altro più accettabile che lasciare un filo sul marciapiede…

Due semplici domande: 1)il cavo per collegarsi alle colonnine Enel viene dato in dotazione all’ami?2)assicurare l’ami on line è un problema. Sia facile, che segugio, solo vetture, moto/ non previsto per quadricicli. Avete un suggerimento? Grazie, Luciano PD

Salve, Ecco le nostre risposte:

1) No, il cavo in dotazione è quello con la spina Schuko. Noi abbiamo utilizzato per i nostri test il cavo/adattatore che viene venduto su Amazon perché è l’unico cavo certificato che è possibile utilizzare sul suolo pubblico seguendo i suggerimenti dati nel nostro articolo.
2) Nessuna assicurazione online offre condizioni favorevoli per l’Amì. Noi raccomandiamo Generali ma attraverso un agente, non online.

Buongiorno. A quanti km di autonomia è preferibile ricaricare AMI? In genere lo faccio quando arriva sui 38/40 ma che succede se scende sotto i 20?

Salve. Nessun problema: è possibile caricare l’Amì in qualsiasi momento. Quello che non si consiglia è di lasciare a lungo l’Amì con la batteria con una carica molto bassa.
Nel nostro caso, abbiamo un’Amì da due anni e otto mesi che è sempre sotto carica quando si trova in garage. Dopo oltre 25.000km non abbiamo notato nessuna degradazione.

Buonasera. No, non è possibile: la batteria è fissa oltre a essere molto pesante.
È necessario ricaricare da una presa Schuko domestica o da una colonnina utilizzando un adattatore da Tipo 2 a Schuko.

Buongiorno. Ultimamente i tempi di ricarica mi sembrano aumentati. Ad esempio caricando l’Ami con un’ autonomia residua di 48 km impiego solitamente 1 h e 30/40 mentre l’ altro giorno ha impiegato 2 ore e 40. Idem stamattina: con autonomia di 58 km richiede 1h e 40. È normale?

Salve,
L’efficienza della batteria diminuisce con l’abbassamento della temperatura. Potrebbe essere questo il problema. Poi, normalmente il tempo indicato per l’ultima fase di carica non è spesso più lungo di quello effettivamente necessario.

Buongiorno, devo lasciare in box per DUE MESI la mia ami sz usarla. E’meglio che la lascio con la batteria carica o scarica? Grazie

Salve,
E’buona prassi non lasciare MAI qualsiasi batteria scarica per molto tempo. In generale la percentuale che si dovrebbe mantenere è fra il 20 e l’80%.
Il caso dell’Amì è abbastanza particolare in quanto la batteria della vettura ha una notevole tolleranza ma in ogni caso il nostro consiglio è di lasciare la batteria carica. Magari con 60 o 65 km di autonomia.
Può essere invece conveniente staccare la batteria di servizio. La piccola batteria a 12V che si trova nella parte posteriore bassa del veicolo. Nel caso in cui si dovesse scaricare è sufficiente utilizzare un normale caricabatterie o mettere un’altra batteria da 12V in parallelo e accendere il quadro o mettere la vettura sotto carica: quando la vettura è in uso o sotto carica la batteria di servizio viene caricata automaticamente.
Un saluto cordiale

Buongiorno!!! ….. Ho un problema con il caricatore interno della mia citroen Ami ritenuto danneggiato e a breve cioè tra una settimana sarà sostituito in officina dopo un mese di attesa, io purtroppo per bisogno lo sempre usata e la macchina non mi ha dato problemi, l’unica cosa è che ci mette tanto a caricare e segnalando sempre ogni 20 secondi il solito beep e la chiave gialla di anomalia … ora chiedo se qualcuno sa se può dare qualche problema di pericolo a caricarla così lentamente o se non reca nessun pericolo visto il consumo irrisorio di KW che vedo dal app dei pannelli solari???? Grazie

Salve, mi dispiace per il problema al caricatore. Per il resto avremmo bisogno di maggiori dettagli.
Normalmente l’Amì assorbe circa 1.700W durante la ricarica. Spesso la chiave gialla appare quando si blocca per la sporcizia la ventola di raffreddamento dell’invertitore, ma contiua a caricare normalmente-
Una eventuale ricarica lenta non comporta nessun problema, non si preoccupi. In ogni caso l’Amì dovrebbe completare il processo di ricarica da zero, o quasi, in circa quattro ore.

Mi confermate gentilmente se è possibile utilizzare in Italia alle colonnine pubbliche un semplice con adattatore per la ricarica (es. quelli che vendono sul web lunghi 50cm circa o il solo blocco finale con tipo2 da inserire nella colonnina e la schuko femmina sul lato opposto)? Grazie mille.

Buongiorno,
La normativa italiana proibisce (giustamente) che vengano utilizzati sul suolo pubblico adattatori e prolunghe. La “ratio” è che la spina e presa Schuko di un adattatore come quello che lei descrive potrebbe essere staccata da un passante che potrebbe venire a contatto con i cavi sotto energia. E’ questo il motivo per cui, come descritto negli articoli del nostro sito, è necessario inserirli all’interno della vettura, lasciando all’esterno solo il cavo con la presa Tipo 2 che verrà bloccata dalla colonnina quando si ricarica. Naturalmente l’adattatore che lei descrive, di gran lunga più economico degli altri, soprattutto se questi sono a norma e certificati, costerà molto meno e potrà essere usato in un’area privata non accessibile al pubblico, quindi sotto la sua responsabilità.
In generale il nostro consiglio è di non risparmiare su questo tipo di accessori visto il rischio a cui si viene esposti. Richiedete sempre che il venditore fornisca la certificazione e la dichiarazione di conformità, assumendosi quindi la responsabilità che altrimenti ricadrebbe sull’utente.

Sempre piú utenti Ami sentono il bisogno di modulare la ricarica, nel senso di aver la possibilitá, disponendo di contatori da soli 3 Kw, di allungare i tempi di ricarica assorbendo peró meno corrente, e ciò al fine di continuare ad usufruire della corrente per i normali utilizzi in casa.
Sembra impossibile che non esista una soluzione a questo problema, magari aggiungendo qualche apparato “modulante” alla presa di carica.

Salve,
Purtroppo il tema che esponi non ha, allo stato attuale, una soluzione: è l’inverter della vettura a determinare l’assorbimento della stessa durante la carica (circa 1,7-1,8 kW) e non è possibile modificare tale valore.
La soluzione è quella di installare una “presa intelligente” da almeno 10A che permetta di attivare e disattivare remotamente la ricarica, o, ancora meglio, di programmarla per un orario in cui l’assorbimento domestico sia minimo.
Per ultimo, è importante sapere che da qualche anno non esistono costi fissi o variabili dell’energia se si decide di passare a una soglia superiore di capacità, ad esempio 4,5 kW o oltre. Si paga solo un costo una tantum per la variazione ma successivamente il costo per kWh in bolletta sarà identico.

Grazie per la pronta risposta, ma il problema sollevato è un po’ più complesso; si tratta infatti in molti casi di sfruttare la corrente prodotta da pannelli solari, in un ottica di risparmio. Se sforo rispetto alla mia disponibilitá ho vanificato l’economia di utilizzare una vettura elettrica che posso ricaricare gratuitamente a casa.
Spero che qualcuno sia in grado di trovare una soluzione al problema, che, da un punto di vista tecnico, non pare insormontabile.

Salve, il problema è chiarissimo ma non di facile soluzione: sarebbe necessario avere accesso alla taratura dell’inverter dell’auto per potere modulare la richiesta di corrente, così come succede in molte auto elettriche. Tesla, per esempio, così come molte altre auto, permette di modulare dall’App la corrente di ricarica scegliendo quella che risulta più adeguata alle proprie esigenze, magari in funzione della produzione dei pannelli. Anche alcune wallbox intelligenti permettono di fare lo stesso. Allo stato attuale la corrente di ricarica dell’Amì è fissa, intorno a 1,7/1,8 kW. Il problema non è sicuramente insormontabile ma attualmente non si vede una soluzione immediata all’orizzonte. Magari qualcuno offrirà la possibilità di montare un inverter diverso che permetta di modulare il carico, ma sicuramente il costo di tale operazione annullerà ogni possibile risparmio legato al costo differenziale fra energia prodotta dai pannelli (costo zero ma cedibile alla rete e quindi remunerata, seppur poco) e il costo di acquisto dell’energia.

Ciao. Grazie per questo piccolo Blog… contiene informazioni molto utili ed importanti.

Però vorrei chiedervi di evidenziare e di sottolineare il divieto in Italia di utilizzare adattatori alle colonnine pubbliche, perché spesso incontro Ami e Topolino collegate alle colonnine in strada con adattatori… e i diversi proprietari dicono sempre la stessa cosa (come se l’avessero letta) che se lo vende Citroen si può usare. Saluti.

Salve, effettivamente bisogna distinguere fra gli adattatori che sono esposti al pubblico, e quindi soggetti a distacco da parte di passanti che potrebbe portare, come conseguenza, a un’esposizione di elementi elettrizzati, come sarebbe il caso della presa Schuco femmina, e le prolunghe/adattatori che non espongono tali elementi sul suolo pubblico perchè rimangono saldamente fissati all’interno del veicolo e quindi non raggiungibili dal pubblico mentre il veicolo è in ricarica.
Curiosamente la Citroen vende un adattatore che sarà probabilmente certificato per la normativa francese ma che è inadeguato secondo la normativa italiana che risulta più stringente.
Grazie per avere sollevato il tema…

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